![]() 05 agosto 2004 Valdisotto |
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Un principio di congelamento ad entrambi i piedi ha costretto
Ugo Giacomelli a un rientro frettoloso in Italia. L'eroe valtellinese
del K2 è arrivato in Malpensa ieri, con qualche giorno d'anticipo
sul resto della spedizione, attesa a Milano per il prossimo lunedì.
Un ritorno a casa dettato da necessità mediche: Ugo ha dovuto essere
infatti ricoverato d'urgenza per un'infezione del piede sinistro causata
da un principio di assideramento, il fio che - come cinquant'anni fa Achille
Compagnoni e Lino Lacedelli (si congelarono entrambi una mano) - ha dovuto
pagare alla grande montagna. L'alpinista di Valdisotto (è nato
a Sant'Antonio Morignone, il paese sepolto dalla frana del Coppetto, il
3 luglio di 46 anni fa) che il 26 luglio è riuscito - insieme al
bormino Michele Compagnoni e a Karl Unterkircher, Silvio Mondinelli e
Walter Nones - a raggiungere la seconda vetta del mondo è arrivato
ieri mattina alle 6 in Malpensa, accompagnato dall'amico e compagno di
tenda Adriano Greco: "Sono tornato con Ugo - ci ha detto Greco -
perché fa fatica a camminare e ha bisogno di sostegno. In questi
mesi abbiamo dormito nella stessa tenda. Non ho voluto lasciarlo solo
proprio ora". Con loro, sull'aereo in arrivo dal Pakistan, c'era
anche uno scoiattolo di Cortina, pure lui ricoverato per l'inizio di congelamento
delle dita di una mano. In aeroporto c'erano ad attendere Ugo tutti i
suoi famigliari, a cominciare dalla moglie Natalia e dai quattro figli,
che sono stati i più accesi tifosi del padre in questa straordinaria
impresa sul tetto del mondo. Un abbraccio forte. E poi via in volata a
Padova, presso il Centro Grandi Ustioni: una struttura specializzata,
se non la migliore in Italia, per capire l'entità dei danni causati
dai -30 gradi e rotti degli 8611 del K2. Il ricovero è stato scontato.
E subito sono stati approntati i primi trattamenti in camera iperbarica:
è da come reagirà che i medici capiranno se le dita possono
essere salvate o se saranno compromesse per sempre. "A sentire papà,
tutta colpa di un'eccessiva protezione. In cima non era infatti eccezionalmente
freddo. Lui però - spiega Guido, il figlio-campione del mondo di
scialpinismo di Ugo Giacomelli - temendo temperature peggiori di quei
-30 che ha trovato, si era messo due paia di calze e una di quelle bustine
che producono calore. Questo pluristrato gli ha chiuso forse un po' troppo
il piede nelle scarpette, impedendo al sangue di circolare nella maniera
opportuna. Papà tuttavia non si è accorto della gravità
della cosa una volta giunto al campo base. Solo negli ultimi due giorni
i piedi hanno cominciato a gonfiarsi e a fare male. Così tanto
che ora fa fatica a camminare e ha bisogno di essere spinto in carrozzella.
Le mani invece, che pure avevano subito un principio di congelamento,
sono migliorate". "Che c'era stato un principio di congelamento
è stato subito evidente - aggiunge Adriano Greco - Si è
cercato di curarlo anche là, sul Karakorum. Ma mancavano le strutture
adeguate. Il problema si è fatto evidente perché raggiungere
Islamabad, che ha ospedali un po' più attrezzati, è stato
più difficoltoso del previsto. Per colpa del maltempo, che ha impedito
agli elicotteri di muoversi, siamo rimasti a Skardu tre giorni di più
rispetto ai programmi. Questo ha comportato un peggioramento. Così,
una volta giunti a Islamabad, dopo un rapido controllo, abbiamo preferito
ritornare a casa con anticipo, affinché Ugo si possa curare nel
migliore dei modi". Già ieri Giacomelli è stato in
camera iperbarica. "Lunedì - informa Guido - verrà
sottoposto a un'operazione alla gamba che permetterà di aumentare
il flusso del sangue. Dovrà stare in ospedale almeno una decina
di giorni. Poi si vedrà, se dovrà rimanere a Padova o se
sarà possibile portarlo a casa e fargli continuare le cure a Sondalo".
In Alta Valle lo attendono tutti per festeggiarlo in grande stile. Proprio
ieri, come buon augurio, il comune di Valdisotto ha fatto posizionare
all'ingresso di Cepina - il paese in cui Ugo abita - un grande striscione
per dire il suo orgoglio e il suo grazie a un coraggioso ed eroico concittadino. di Daniela Valzer |
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