06 agosto 2004
Sondalo

 

SONDALO - Adriano Greco, il regista nel momento decisivo della nuova conquista italiana del K2, è il primo dei valtellinesi della spedizione del cinquantesimo a rientrare in valle. Ha accompagnato in Italia Ugo Giacomelli, l'alpinista di Valdisotto che il 26 luglio è arrivato sulla vetta del K2 con Michele Compagnoni ed altri tre compagni di cordata; un rientro anticipato, favorito dal ministro Alemanno, per consentire a Giacomelli cure specialistiche al centro grandi ustioni di Padova. Mercoledì sera era nella sua Mondadizza, a casa dopo l'avventura himalajana della quale è stato protagonista. "Protagonista con tutti gli uomini della spedizione - ci dice mentre fa scorrere alcune immagini nella sua piccola videocamera - che hanno lavorato duramente per rendere possibile il risultato finale".
La vetta è il momento di maggior emozione e visibilità di una spedizione come quella che l'Italia - cinquant'anni dopo la conquista di Achille Compagnoni - ha organizzato nel Karacorum; ma la vetta è solo il culmine di una piramide (per usare le parole di Achille), è il frutto di un lavoro di squadra, soprattutto di un "gran lavoro". I valtellinesi, è la prima cosa che ci racconta Greco osservando la via d'ascesa al K2, "hanno lavorato davvero sodo preparando il campo base, la piramide che tutti invidiavano, allestendo a più riprese i campi uno, due e tre. Qualcuno lo abbiamo dovuto ricostruire, come il campo uno spazzato da una valanga".
Adriano ricorda i suoi compagni valtellinesi prima come lavoratori, sempre pronti a dare una mano, che come alpinisti: "Ugo Giacomelli ed io, probabilmente, siamo quelli che hanno fatto più strada di tutti salendo e scendendo lungo la via che porta alla vetta, attrezzando uno dopo l'altro i campi; Ugo è quello che ha fatto più strada di tutti noi. Ma anche Marco, Enrico, Paolo e Michele non si sono mai tirati indietro. Michele, dopo la conquista della vetta e le operazioni di soccorso verso i compagni spagnoli, ha chiuso la cordata recuperando gli ultimi campi".
Il lavoro era iniziato a Islamabad: "tre giorni per preparare i materiali - racconta Greco - ed altri due a Skardu per preparare il carico dei 300 portatori; il 1° giugno abbiamo iniziato a costruire il campo base e poi tutti i campi. Eravamo pronti per tentare un attacco già ai primi di luglio". Il maltempo ha fermato i nostri che potevano puntare tutti alla vetta. Nel gruppo che ha portato l'attacco finale c'erano anche Greco e Marco Confortola con Giacomelli e Compagnoni; subito dopo dovevano arrivare anche Lazzeri e Paolo Confortola. Ma le cose non sono andate come previsto. La vicenda della tenda sparita da campo tre sarà uno dei misteri di questa spedizione: "guarda le immagini - ci mostra campo tre all'arrivo degli alpinisti il 24 luglio - mi pare strano che il vento si sia portata via solo la nostra tenda deposito".
Marco e Adriano avrebbero potuto restare con gruppo di punta; hanno deciso di rientrare per evitare di pesare sul resto del gruppo. A Greco il capospedizione Agostino Da Polenza aveva in quel momento affidato il compito di dirigere l'assalto alla vetta. Ci sarà tempo per sfogliare il diario e riguardare le immagini, ma cosa resta dentro: "l'emozione di una straordinaria esperienza" confessa Adriano Greco che domenica sera (8 agosto) sarà salutato a Sondalo con una grande festa organizzata dal Comune.

di Armando Trabucchi
da Il Giorno del 6 agosto 2004




Adriano Greco

Adriano Greco
IL DIARIO
HOME PAGE
VALTLINE WEB SITE