ALTA VALTELLINA - Mancava solo Ugo Giacomelli, ma il primo
pensiero degli uomini che hanno riportato il vessillo tricolore, cinquant'anni
dopo, sulla seconda montagna della terra è andato proprio a lui.
Nel giorno del rientro, della festa, del trionfo per gli alpinisti della
spedizione Everst-K2 2004 il messaggio che Agostino Da Polenza, a nome
di tutti, ha fatto chiaramente intendere sembra essere lo stesso di cinquant'anni
fa: "è stata una vittoria di squadra, anche se in vetta sono
arrivati soltanto in cinque".
Una grande squadra quella che ha visto nuovamwnte l'Italia alla conquista
di quota 8.611 metri; e dentro questa squadra un team affiatato di amici,
di lavoratori prima ancora che di forti alpinisti, team su cui l'intera
spedizione ha fatto largo affidamento, quello valtellinese. Ugo Giacomelli
e Adriano Greco avevano fatto rientro già la scorsa settimana;
un rientro anticipato per i problemi fisici di Ugo, operato lunedì
mattina mentre i suoi compagni erano in volo verso l'Italia. Michele Compagnoni,
Enrico Lazzeri, Marco e Paolo Confortola sono arrivati lunedì sera
alle 18.05 alla Malpensa con il resto della spedizione: ad accoglierli
una delegazione ufficiale con i rapresentanti delle istituzioni dell'Alta
Valtellina che hanno voluto in questo modo dare il primo significativo
saluto al gruppo, alla squadra.
Non hanno lasciato da soli, nell'abbraccio dopo tre mesi di lontananza
agli uomini del K2, gli amici ed i familiari ritenendo doveroso esprimere
"un tributo di doversa gratitudine ai nostri guerrieri del K2"
a nome dell'intera comunità dell'Alta Valtellina. La banda di Valdidentro
si è incontrata con quella della Val Gardena e con le loro note
hanno superato tutte le altre barriere.
Michele Compagnoni, per quell'eredità di K2 che gli deriva dal
fatto di essere pronipote del primo conquistatore, il più corteggiato
da microfoni e telecamere; il giovane alpinista di Bormio non si lascia
coinvolgere nel gorgo di vecchie e nuove polemiche: "per me è
stata una grande emozione anche per l'impresa che ha fatto mio zio 50
anni fa; ma ho cercato di non pensare al passato, di puntare alla cima
e basta". Una cima raggiunta con Ugo Giacomelli; una cima a cui puntavano
anche gli altri quattro, ma che per motivi diversi (sui quali taluno ha
voluto ancora polemizzare) hanno visto solo da lontano. Una cima che è
costata a tutti fatica, impegno, dedizione.
Di rientro dalla Malpensa verso l'Alta Valtellina, la Comunità
Montana ha organizzato una piccola festa; il momento più bello
per ricordare, testimoniare, ringraziare reciprocamente. Per ascoltare
le prime impressioni, raccogliere le dichiarazioni dei protagonisti rivolte
alle famiglie, agli amici dediderosi di cogliere tutto dalle loro frasi.
"Mi ricordo quella sera, guardavo con il cannocchiale e quando li
abbiamo visti in vetta ci siamo abbracciati ed abbiamo pianto - ricorda
Enrico Lazzeri rivolto a Greco - eravamo contenti dentro".
La festa ora continua, centellinata in una miriade di appuntamenti in
tutta l'alta Valtellina. Quando anche Ugo Giacomelli sarà tornato
a casa si potrà parlare di quella ufficiale a cui puntano le istituzioni.
di Armando Trabucchi
da Il Giorno del 11 agosto 2004
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